mercoledì 2 maggio 2012

Ecco le nuove regole dell'esenzione dei ticket in Sicilia

Le nuove regole per l'esenzione dal ticket sulle prestazioni sanitarie sono entrate in vigore già da qualche mese, ma ancora nessuno le conosce.
Secondo la legge regionale, approvata a Palazzo Orleans lo scorso mese, anche la Sicilia ha dovuto adeguarsi al sistema vigente nelle altre regioni, tenendo così in conto l'età e il reddito complessivo dei nuclei familiari.
Secondo le nuove disposizioni sono esentati, sia per le prestazioni farmaceutiche che per quelle di specialistica ambulatoriale, i soggetti di età inferiore ai 6 anni e superiore ai 65 anni appartenenti ad un nucleo familiare il cui reddito complessivo non superi i 36.151,98 euro (E01), i disoccupati e i familiari a carico con un reddito complessivo inferiore agli 8.263,31 euro, che diventano 11.362,05 in presenza del coniuge e altri 516,46 euro per ogni figlio a carico (E02) e i titolari di pensione minima con età superiore ai 60 anni e relativi familiari a carico con un reddito complessivo di 8.263,31, incrementato fino ad 11.362,05 in presenza del coniuge e altri 516,46 euro per ogni figlio a carico.
In attesa che la procedura sia consolidata è prevista una fase transitoria, fino al 30 aprile 2012, durante la quale i soggetti che credono di rientrare nelle categorie esentate, potranno fare ricorso ad una autocertificazione apponendo la propria firma nello spazio previsto sulla ricetta. Successivamente gli utenti potranno controllare la presenza del proprio nominativo nell'elenco dei soggetti esenti sul Sistema tessera sanitaria tramite il proprio medico generico, il pediatra o rivolgendosi al proprio distretto sanitario. Nel caso in cui non risultasse un nominativo nell'elenco degli esentati, il cittadino che ritiene di possedere i requisiti potrà presentarsi agli uffici distrettuali dell'Asp con la tessera sanitaria per chiarire la propria posizione e ricevere il relativo tesserino.

sabato 21 aprile 2012

Dal finanziamento pubblico ai rimborsi elettorali, passando per la destinazione del 4 per mille

Il finanziamento pubblico ai partiti è stato introdotto dalla legge Piccoli n. 195 del 2 maggio 1974, la quale ha interpretato il sostegno all'iniziativa politica come puro finanziamento alle strutture dei partiti presenti in Parlamento, ma con l'effetto di penalizzare le nuove formazioni politiche. Il flusso di fondi ha avuto anche l'effetto di rafforzare gli apparati burocratici interni dei partiti e disincentivare la partecipazione interna. Proposta da Flaminio Piccoli (DC), la norma venne approvata in soli 16 giorni con il consenso di tutti i partiti, ad eccezione del PLI.
Il fine della suddetta norma doveva essere quello di evitare scandali come quelli scoppiati nel 1965 e 1973 (Trabucchi e petroli), in quanto attraverso il sostentamento diretto dello Stato, i partiti non avrebbero avuto più bisogno di collusione e corruzione da parte dei grandi interessi economici. A bilanciare tale previsione, si era introdotto un divieto - per i partiti - di percepire finanziamenti da strutture pubbliche ed un obbligo (penalmente sanzionato) di pubblicità e di iscrizione a bilancio dei finanziamenti provenienti da privati, se superiori ad un modico ammontare. Ciò, tuttavia, risultò smentito dagli scandali affiorati successivamente (tra cui i casi Lockheed e Sindona).
Nel settembre 1974 il PLI propose un referendum abrogativo sulla norma, ma non riuscì a raccogliere le firme necessarie.
L'11 giugno 1978 si tenne il referendum indetto dai Radicali per l'abrogazione della legge 195/1974 e, nonostante l'invito a votare "no" dei partiti che rappresentavano il 97% dell'elettorato, il "si" raggiunse il 43,6%, pur senza avere successo. Secondo i promotori di quest'ultimo referendum lo Stato doveva favorire tutti i cittadini attraverso i servizi, le sedi, le tipografie, la carta a basso costo e quanto necessario per fare politica, ma non garantire le strutture e gli apparati di partito, che dovevano essere autofinanziati dagli iscritti e dai simpatizzanti.
Nel 1980, invece, una proposta di legge avrebbe voluto introdurre il raddoppio del finanziamento pubblico, ma venne messa da parte al momento dell'esplosione dello scandalo Caltagirone, con finanziamenti elargiti dagli imprenditori a partiti e a politici.
Successivamente, invece, la legge n. 659 del 18 novembre 1981 introdusse le prime modifiche consistenti nel raddoppio dei finanziamenti, nel divieto ai partiti ed ai politici (eletti, candidati o aventi cariche di partito) di ricevere finanziamenti dalla pubblica amministrazione, da enti pubblici o a partecipazione pubblica ed, infine, nella introduzione di una nuova forma di pubblicità dei bilanci, in base alla quale i partiti avrebbero dovuto depositare un rendiconto finanziario annuale su entrate e uscite, cosa non avvenuta mai nella realtà. I Radicali furono gli unici a manifestare in parlamento per bloccare la proposta di indicizzazione dei finanziamenti e per ottenere una maggiore trasparenza dei bilanci dei partiti, nonché controlli più efficaci.
Il referendum abrogativo promosso dai Radicali Italiani nell'aprile 1993 vide il 90,3% dei voti espressi a favore dell'abrogazione del finanziamento pubblico ai partiti, in un clima di sfiducia a seguito dello scandalo di Tangentopoli. Nello stesso dicembre del 1993 il Parlamento, tuttavia, aggiornò, con la legge n. 515 del 10 dicembre 1993, la già esistente legge sui rimborsi elettorali, definiti “contributo per le spese elettorali”, subito applicata in occasione delle elezioni del 27 marzo 1994. Per l'intera legislatura, infatti, vennero erogati in unica soluzione 47 milioni di euro. La stessa norma venne applicata anche in occasione delle successive elezioni politiche del 21 aprile 1996.
La legge n. 2 del 2 gennaio 1997, intitolata "Norme per la regolamentazione della contribuzione volontaria ai movimenti o partiti politici" reintrodusse di fatto il finanziamento pubblico ai partiti. Il provvedimento prevedeva la possibilità per i contribuenti, al momento della dichiarazione dei redditi, di destinare il 4 per mille dell'imposta sul reddito al finanziamento di partiti e movimenti politici (pur senza poter indicare a quale partito), per un totale massimo di 56.810.000 euro, da erogarsi ai partiti entro il 31 gennaio di ogni anno. Per il solo anno 1997 venne introdotta una norma transitoria che fissava un fondo di 82.633.000 euro per l'anno in corso. Il Comitato radicale promotore del referendum del 1993 sull’abolizione del finanziamento pubblico tentò di ricorrere per violazione dell’esito referendario, ma gli venne negata dalla Corte Costituzionale, addirittura, la possibilità di depositare tale ricorso.
Sempre la legge 2/1997 introdusse l'obbligo per i partiti di redigere un bilancio per competenza, comprendente stato patrimoniale e conto economico, il cui controllo fu affidato alla Presidenza della Camera. La Corte dei Conti, invece, poteva controllare solo il rendiconto delle spese elettorali. L’adesione alla contribuzione volontaria per destinare il 4 per mille ai partiti restò, comunque, minima.
La legge n. 157 del 3 giugno 1999 intitolata, Nuove norme in materia di rimborso delle spese elettorali e abrogazione delle disposizioni concernenti la contribuzione volontaria ai movimenti e partiti politici, reintrodusse un finanziamento pubblico completo per i partiti. Il rimborso elettorale previsto non aveva infatti attinenza diretta con le spese effettivamente sostenute per le campagne elettorali. La legge 157 prevedeva cinque fondi: per elezioni alla Camera, al Senato, al Parlamento Europeo, Regionali, e per i referendum, erogati in rate annuali, per 193.713.000 euro in caso di legislatura politica completa (l'erogazione veniva interrotta in caso di fine anticipata della legislatura). La legge entrò in vigore con le elezioni politiche italiane del 2001.
La normativa venne, poi, modificata dalla legge n. 156 del 26 luglio 2002, “Disposizioni in materia di rimborsi elettorali”, che trasformò in annuale il fondo e abbassò dal 4 all'1% il quorum per ottenere il rimborso elettorale. L’ammontare da erogare, per Camera e Senato, nel caso di legislatura completa, invece, passò da 193.713.000 euro a 468.853.675 euro.
Infine, con la legge n. 51 del 23 febbraio 2006, l’erogazione venne riconosciuta per tutti e cinque gli anni di legislatura, indipendentemente dalla sua durata effettiva. Con quest’ultima modifica l’aumento diventò esponenziale. Con la crisi politica italiana del 2008, i partiti iniziarono a percepire il doppio dei fondi, considerato che ricevevano contemporaneamente le quote annuali relative alla XV Legislatura della Repubblica Italiana e quelle relative alla XVI Legislatura della Repubblica Italiana.
A seguito degli scandali che nel Marzo 2012 portarono alle dimissioni di numerosi esponenti del partito della Lega Nord (e non solo), accusati di usare i soldi dei rimborsi elettorali per scopi privati, l'opinione pubblica risollevò il problema dei finanziamenti statali ai partiti che, a tutt'oggi, sembra di difficile risoluzione.

venerdì 20 aprile 2012

Calcola la tua IMU

Pinerolo, calcolo Imu 2012
L'I.M.U., la neonata Imposta Municipale Unica, è la nuova tassa sugli immobili che ha sostituito l'I.C.I. a partire dal 1° gennaio 2012. E' applicata sulla prima casa e su tutti gli immobili. Il calcolo della tassa è basato sulla rendita catastale dell'abitazione, il valore indicato nell'atto di compravendita, e sui valori di estimo catastale dell'immobile indicato sul rogito.


venerdì 13 aprile 2012

La pulizia sporca della Lega

Il giorno dopo l'espulsione dalla Lega Nord della vice-presidente del Senato Rosi Mauro e dell'ex-tesoriere Francesco Belsito, per Roberto Maroni sarebbe ora di ripartire e di tornare a fare politica.
Ieri in un consiglio federale durato quasi quattro ore, il massimo organo decisionale del Carroccio ha stabilito l'espulsione di Belsito - indagato da tre procure con le accuse di appropriazione indebita, truffa ai danni dello Stato e riciclaggio - e di Mauro, che non risulta al momento indagata ma che è stata, comunque, coinvolta nelle inchieste sull'uso improprio di fondi pubblici destinati al partito.
In realtà non si è trattato di una vera e propria pulizia, non è vero che non si è guardato in faccia nessuno, considerato che Umberto e Renzo Bossi sono rimasti al loro posto all'interno della Lega. Eppure, il loro coinvolgimento nella vicenda che ha portato all'espulsione dei citati esponenti padani sembra sia scontato. Non vi è dubbio che Belsito e Mauro hanno pagato per tutti, e chissà a quale prezzo.
Per Maroni pulizia sarebbe stata fatta, ora che gli è stata garantita la successione a Bossi nella guida del partito. E' vero, tutti abbiamo un prezzo, si tratta solamente di sapersi vendere al momento opportuno. 

martedì 10 aprile 2012

Bossi dal moralismo al vittimismo

Molti, purtroppo, salutano l’uscita di scena di Bossi - ammesso e non concesso ci sia stata - come quella di un grande uomo politico travolto dalla malattia e da un entourage, soprattutto familiare, poco affidabile. A mio modesto parere, invece, ritengo sia stato uno come tutti gli altri, anzi peggio, considerate le prediche sul moralismo che, sin dalla sua discesa in politica, ha sempre fatto.
Certamente nella lega, come in tutti gli altri partiti, ci sono personaggi di indiscussa moralità che farebbero bene a prendere realmente in mano le redini del partito, prima che lo stesso venga travolto definitivamente.
Queste sono le parole di una persona che non ha mai votato Lega, ma che riconosce alla stessa un ruolo fondamentale e positivo nella politica italiana degli ultimi anni.    

domenica 8 aprile 2012

Nasce articolo 21 blog

Oggi nasce il blog dell'articolo 21, dall'omonimo articolo della Costituzione Italiana, il quale stabilisce che "Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione". Il chiaro riferimento all'articolo della Costituzione evidenzia palesemente lo scopo che il blog si propone di perseguire, ovvero dare liberamente voce - nei limiti della decenza - a tutti coloro che hanno qualcosa da dire e/o da proporre, con particolare riguardo alla situazione politico ed economica in cui si trova il nostro paese, ma non solo.